Celebrato il 25 dicembre, pur essendo una solennità inferiore alla Pasqua, il Natale rappresenta la festa più popolarmente sentita, tanto carica di tradizioni e fascino da aver assunto negli anni anche un significato laico, legato allo scambio di regali, alla famiglia e a figure del folclore come Babbo Natale.

Sono inoltre strettamente legate al Natale la tradizione del presepe, di origine medioevale, e l’addobbo dell’albero, diffusasi successivamente a partire dal Nord Europa.

Nella tradizione cristiana, il Natale celebra la nascita di Gesù a Betlemme da Maria: il racconto ci è pervenuto attraverso i vangeli secondo Luca e Matteo, che narrano l’annuncio dell’angelo Gabriele, la deposizione nella mangiatoia, l’adorazione dei pastori e la visita dei magi. Altri aspetti devozionali, come la grotta, il bue e l’asino, i nomi dei magi, etc. risalgono invece a tradizioni successive o a racconti presenti nei vangeli apocrifi.

Nel Natale si mescolano però simboli e usanze di incerta origine, le cui radici si perdono nei secoli passati.

L’usanza di scambiarsi regali per esempio ,sembra derivare da un rito pagano romano, che prevedeva lo scambio di cibo, monete e pietre preziose come portafortuna per il nuovo anno.

Il personaggio che è poi divenuto famoso in tutto il mondo per consegnare i regali a Natale è Santa Claus, in Italia Babbo Natale, che deriva da San Nicola.

Dice la leggenda, che San Nicola, vescovo di Myra del IV secolo d.C., avendo ereditato molti beni e denari dai suoi genitori, per liberarsene cominciò a fare regali a chi ne avesse più bisogno, trovando gioia nel semplice donare ai bisognosi.

La festività del Natale non è inoltre documentata con certezza prima del IV secolo.

La prima menzione certa della Natività di Cristo con la data del 25 dicembre risale infatti al 336, e la si riscontra nel Chronographus, redatto dal letterato romano Furio Dionisio Filocalo.

Tutto ciò conferma che le origini storiche del Natale, pur essendo ancora avvolte dalle nebbie del passato,  certamente hanno origini precristiane.

La data del 25 è, in realtà, puramente simbolica: non si conosce la data esatta della nascita di Gesù, i vangeli non ne fanno menzione.

Con tutta probabilità la data venne fissata -nel 440 d.C.- al 25 dicembre per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti con la celebrazione della nascita di Cristo, indicato nel Libro di Malachia come nuovo “sole di Giustizia” (Malachia ). Secondo tale ipotesi, il Natale costituirebbe dunque il più eclatante caso di cristianizzazione della preesistente festa pagana.

La data coincide infatti con le antiche celebrazioni per il solstizio d’inverno e alle feste dei saturnali romani (dal 17 al 23 dicembre). Inoltre, già nel calendario romano il termine Natalis veniva impiegato per molte festività, come il Natalis Romae (21 aprile), che commemorava la nascita dell’Urbe e il Dies Natalis Solis Invicti, la festa dedicata alla nascita del Sole (Mitra), introdotta a Roma da Eliogabalo (imperatore dal 218 al 222) e ufficializzato per la prima volta da Aureliano nel 274 d.C. con la data del 25 dicembre.

La festa pagana del solstizio d’inverno era una ricorrenza importante per molti popoli, tra cui certamente gli antichi romani, che in quel giorno celebravano la festa del dio Sole.

Durante queste feste che andavano dal 17 al 21 di dicembre (“I Saturnali”) e la festa vera e propria del Sol Invictus del 25, si usavano i simboli dell’eterna giovinezza di Dioniso: mirto, lauro, edera…

Il greco Dioniso veniva considerato come il divino bambino nato in maniera miracolosa da una vergine celeste.

Dioniso era stato latinizzato col nome di Mithra di cui in oriente si celebrava la festa la sera del 24 dicembre.

Era il dio iraniano dei misteri, il dio solare dell’amicizia e dell’ordine cosmico, nato dalla pietra e portatore della nuova luce “Genitor luminis”.

Verosimile dunque, viste le numerose coincidenze riscontrabili, che la chiesa cristiana abbia scelto la data del 25 dicembre come giorno di nascita del Cristo semplicemente per cristianizzare una festa pagana molto sentita dalle masse popolari.

 L’imperatore Costantino (280-337) avrebbe così riunito il culto del sole (di cui egli era il figlio protetto) e il culto del dio Mithra con il cristianesimo, ed è proprio sotto il suo regno che appare la festa del Natale. Da Roma il Natale si diffonde in Africa, in Spagna e nel Nord Italia, ma è solo sotto l’imperatore Giustiniano (527- 565 d.C.) che il Natale viene riconosciuto come festa legale per l’Occidente.


A tale tradizione quindi la celebrazione del Natale ha voluto collegarsi per indicare l’avvento della Luce del Mondo, che giunge a squarciare le Tenebre.

È il Bambino, che venendo al mondo, inaugura una nuova vita, e porta la Luce a tutti gli uomini. 

Questa è la storia del Natale che, condizionata negli anni successivi da numerose leggende, ha fatto quasi perdere di vista il “vero” significato del Natale, come “giorno della nascita”.

Natale vuol dire “nativo, di nascita”.

E’ il giorno della Rinascita, ma chi rinasce a fine dicembre?

Il Sole.

Siamo di fronte infatti ad una festa antichissima, una festa che non ha tempo, esiste da sempre.

Le antiche popolazioni il 25 dicembre festeggiavano la rinascita del Padre Solare, il Grande Dio che dopo lo stallo del solstizio (Sol stat, appunto) vince le tenebre, le giornate tornano ad allungarsi, il Male è sconfitto(Sol Invictus = colui è che non è sconfitto), ed è a questo significato che va a sovrapporsi quello cristiano.

Buon 14 dicembre e un abbraccio a tutti

ros

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Commento da Silvano TOP su 14 dicembre 2017 a 2:36

Cara Ros, una storia molto bella, istruttiva e convincente  che col passare dei secoli si è sempre più evoluta e adeguata alle usanze del tempo cambiandone in parte la sua semplice e sacramentale purezza. Un abbraccio, Silvano.    

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