19 dicembre - il vischio
Si narra che un tempo,  in un paese tra i monti, viveva un vecchio mercante.
L’uomo era solo, non si era mai sposato e non aveva più nessun amico..
Per tutta la vita era stato avido e avaro, aveva sempre anteposto il guadagno all'amicizia e ai rapporti umani. L'andamento dei suoi affari era l'unica cosa che gli importava.
Di notte dormiva pochissimo, spesso si alzava e andava a contare il denaro che teneva in casa, nascosto in una cassapanca. Per avere sempre più soldi, a volte si comportava in modo disonesto e approfittava della ingenuità di alcune persone.
Ma tanto a lui non importava, perché non andava mai oltre le apparenze.
Non voleva conoscere quelli con i quali faceva affari. Non gli interessavano le loro storie e i loro problemi.
E per questo motivo nessuno gli voleva bene.
Una notte di dicembre, ormai vicino a Natale, il vecchio mercante non riusciva a dormire e dopo aver fatto i conti dei guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata.
Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti.Pensò che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosì perché non aveva ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini.
A un certo punto cominciò a sentire qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. L'uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì.
Per tutta la notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d'amore.
Venne a sapere che alcuni vicini erano molto poveri e che sfamavano a fatica i figli; che altre persone soffrivano la solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un amore di gioventù.
Pentito per non aver mai capito che cosa si nascondeva dietro alle persone che vedeva tutti i giorni, l’uomo cominciò a  piangere.
Pianse così tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale era appoggiato…Le sue lacrime non sparirono al mattino, ma continuarono a splendere come perle.
Era nato il vischio.
Oggi addobba le nostre case nel periodo natalizio, e si usa per confezionare le ghirlandine da appendere alle pareti di casa, per garantire un anno di fortuna, un'usanza questa che è stata tramandata fino a noi dalle popolazioni celtiche.
Le ghirlande sono inoltre il simbolo di vittoria e di eternità.  Il vischio è impiegato anche per fare il centrotavola, come decorazione per i portacandele e per decorare la casa.
SI dice, inoltre, che a Natale se una ragazza si trova sotto il vischio, vivacemente abbellito con nastri e rami di abete non può rifiutarsi di essere baciata. Se la ragazza non viene baciata vuol dire che non si sposerà durante l’anno nuovo.
Il suo nome latino è Viscum album, ed è una pianta cespugliosa che cresce soprattutto in inverno alle pendici di pioppi, querce e tigli.
L'usanza di appendere all'uscio di casa un rametto di vischio, si perde nelle lontane terre del nord Europa, popolate dai celti e dai mitici sacerdoti druidi.  Questi, vi associavano prima di tutto una forza magica, in grado di far deporre le armi ai nemici che si fossero incontrati in sua prossimità e, proprio per tale ragione, il vischio è oggi augurio di serenità e pace, ed appenderlo alla porta di casa regalerà armonia a tutti i suoi abitanti.
Inoltre, le antiche popolazioni nordeuropee vi attribuivano importanti doti curative e, tutt'oggi, i contadini che lo trovano tra i rami dei propri meli, dei peri, dei susini, dei mandorli, dei pioppi, degli aceri e ovviamente degli abeti, lo considerano un dono da proteggere contro mani avide ed inopportune.
Buon 19 dicembre e un abbraccio a tutti
ros

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