CANDIDO

Ai piedi delle montagne c’è un paesino con tanto di Municipio, di scuola e di farmacia.

Luca ha sette anni e vive con il padre e la madre sul cucuzzolo di una collina che domina il paese.

Il papà coltiva la terra, la mamma cura la casa e Luca fa il suo mestiere e cioè il bambino. In estate ogni giorno percorre il sentiero un po’ scosceso che scende dalla collina per raggiungere gli amici e giocare con loro. In inverno però, la situazione è diversa.

Una coltre di neve imbianca monti e valli e per andare a scuola, Luca deve faticare, affondando nella neve fino ai polpacci.

Le giornate sono corte e di pomeriggio nessun compagno se la sente di arrampicarsi fino a casa sua, perciò lui resta solo e terminati i compiti, si annoia. Una domenica mattina si sveglia con un’idea: dato che non ha amici con cui passare il tempo, ne costruirà uno.

Detto fatto, esce di casa, armato di una paletta e arrivato dietro il fienile, comincia ad ammucchiare la neve fino a formare un grosso pupazzo. Due castagne formano gli occhi; una noce, il naso e due ciliegine sotto spirito, diventano la bocca.

Ha appena terminato la faccia che il pupazzo lo saluta. -Ciao, bambino.

Dopo un attimo di sorpresa, sapendo che niente è impossibile se lo si desidera con tutto il cuore, Luca sorride e risponde. -Ciao anche a te. Mi chiamo Luca e tu?

-Sei tu che mi hai fatto nascere e devi essere tu a darmi il nome- risponde il pupazzo.

Luca pensa a lungo, poi s’illumina. -Visto che sei tutto bianco, ti chiamerò Candido.

-Mi sembra giusto- concorda l’uomo di neve.

Saltellando felice, Luca corre in casa, prende una vecchia sciarpa del padre, un cappello sformato, una pipa un po’ rotta e porta tutto dal suo nuovo amico. --Spero che così non avrai freddo- gli dice.

Candido sorride. -Oh, io non ho mai freddo, mio caro. Il gelo non mi fa paura.

Luca ci crede, ma prima di tornare a casa, per buona misura avvolge la sciarpa intorno al collo di Candido.

Da quel giorno, ogni volta che torna da scuola, Luca si precipita da Candido per raccontargli quello che è successo e i voti che ha preso. Il pupazzo diventa il suo confidente e il suo amico segreto.

I mesi passano, l’inverno se ne va e arriva la primavera con i primi tepori. La neve si scioglie, ma Candido sembra resistere. Quando però la temperatura aumenta, Luca vede che il suo amico comincia a sudare. Preoccupato, gli toglie la sciarpa e il cappello, ma Candido lo ferma. -Non affannarti, amico mio. Non è la sciarpa a farmi caldo. E’ il sole che ogni giorno diventa più forte.

Disperato, Luca corre a prendere un grande ombrello e lo pianta dietro il pupazzo, in modo che gli faccia ombra. Per alcune settimane il trucco funziona, ma quando il caldo aumenta Candido ricomincia a sciogliersi. Ogni mattina Luca lo trova un po’ più piccolo e più magro, finché, un brutto giorno, correndo da lui appena sveglio, si accorge che Candido non c’è più.

Al suo posto è rimasto un mucchietto di neve con sopra il cappello e la pipa.

Il dolore è così forte che crolla per terra e piange disperato. Sta singhiozzando, quando una mano gli si posa su una spalla e il suo papà lo scuote con dolcezza. -Non piangere, Luca. Hai perso il tuo grande amico, ma a tutto c’è rimedio.

Il bambino alza la testa, sorpreso. -Tu sapevi di Candido, papà?

Il padre sorride. -L’ho sempre saputo, ma ho rispettato il tuo desiderio di tenere il tuo amico solo per te. Tutti noi abbiamo diritto ad avere qualche piccolo segreto.

-Sì, ma adesso Candido non c’è più- singhiozza Luca.

Il padre lo fa alzare e lo prende per mano. -Vieni con me.

Arrivato in casa, apre il congelatore e mostra a Luca una ciotola di cristallo con dentro un cuore bianco, di neve. –Guarda- mormora, indicandolo al figlio. -Quello è il cuore di Candido. Quando tornerà l’inverno e la neve ricoprirà la terra, potrai ricostruire il tuo amico. Basterà che tu gli rimetta dentro il petto il suo vecchio cuore e Candido tornerà a vivere.

Buon venerdi

Ros

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Commento da Graziella su 9 dicembre 2016 a 16:03

Molto bella questa fiaba Ross e molto commovente!!!

Commento da Gennaro Tufo su 9 dicembre 2016 a 11:57

Ogni volta che leggo la storiella di Candido ci scappa sempre la lacrimuzza.

Commento da Renato Occhiuzzi su 9 dicembre 2016 a 0:57

Bella fiaba... fa tornare bambini

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