3 dicembre - raccontino : questo è il Natale?
Nel Paradiso degli animali l'anima dell'asinello chiese all'anima del bue:
“Ti ricordi per caso quella notte, tantissimi anni fa, quando ci siamo trovati in una specie di capanna e là, nella mangiatoia …..?”
“ Lasciami pensare ...Ma si – rispose il bue – nella mangiatoia. Se ben ricordo , c'era un bambino appena nato “.
“ Bravo! . E da allora sapresti immaginare quanti anni sono passati?”
“ Eh no, figurati! Con la memoria che mi ritrovo!”
“ E a proposito , lo sai chi era quel Bambino?”
“ Come faccio a saperlo?? Era gente di passaggio , se non sbaglio . Certo però che era un bellissimo Bambino”
L'asinello sussurro qualche cosa al bue.
“ Ma no!!- fece costui – sul serio? Vorrai scherzare spero!!
“ La verità , lo giuro. Del resto io lo avevo capito subito …..”
“ Io no – confessò il bue – si vede che tu sei più intelligente . A me, non aveva sfiorato nemmeno il sospetto . Benchè , certo a vedersi, era un Bambino straordinario “.
“ Bene , da allora gli uomini ogni anno fanno grande festa per l'anniversario della nascita . Per loro è la giornata più bella . Tu li vedessi!! E' Il tempo della serenità, della dolcezza, del riposo dell'animo, della pace , delle gioie familiari , del volersi bene . Perfino i manigoldi diventano buoni come agnelli . Lo chiamano Natale. Anzi , mi viene una idea , già che siamo in argomento , perchè non andiamo a dare un'occhiata??”
“ Dove?” rispose sorpreso il bue
“ Ci sei già stato? Chiese meravigliato il bue.
“ Ogni anno , o quasi faccio una scappata . Ho un lasciapassare speciale.Te lo puoi fare anche tu. Dopo tutto , qualche benemerenza possiamo vantarla , noi due “- rispose l'asino.
“Per aver scaldato il Bambino con il fiato? - Sorrise il bue.
“Su vieni , se non vuoi perdere il meglio : Oggi è la vigilia”
“ E il lasciapassare per me?
“ Ho un cugino all'ufficio passaporti”.
Il lasciapassare fu concesso.
Partirono . Lievi , lievi.
Planarono sulla terra , adocchiarono un lume , vi puntarono sopra .
Il lume era una grandissima città.
Ed ecco che il somarello e il bue aggirarsi per le vie del centro, trattandosi di spiriti, automobili e tram gli passavano in mezzo senza danno , e a loro volta le due bestie passavano attraverso come se fossero d'aria.
“ Ma non vedi come sono tutti contenti?” - disse l'asino
“ Contenti? A me sembrano dei pazzi” - rispose il bue
“ Perchè sei un provinciale, caro il mio bue.Tu non sei pratico degli uomini moderni , tutto qui! Per sentirsi felici , hanno bisogno di rovinarsi i nervi “ sorrise l'asino
Per togliersi da quella confusione , il bue , valendosi della sua natura di spirito, fece svolazzatine e si fermò a curiosare a una finestra del decimo piano.
E l'asinello , gentilmente dietro.
Videro una stanza riccamente ammobiliata e nella stanza una signora molto preoccupata.
Sul tavolo aveva carte , cartoncini colorati e bianchi .
Velocemente prendeva i cartoncini colorati, li esaminava , poi scriveva su quelli bianchi ,li infilava velocemente nella busta e la chiudeva . E ricominciava
“ Ma cosa fa questa signora? “ disse il bue osservando la signora che ansimava- “ la pagheranno certamente bene per un lavoro simile”
“ Sei ingenuo amico mio . Questa signora sta rispondendo ai bigliettini di auguri”
“ Auguri? A che servono?”
“ A niente . Zero! Ma gli uomini ne hanno una mania".
Si affacciarono più in là , ad un'altra finestra.
Anche qui gente che con la fronte imperlata di sudore scrivere biglietti su biglietti..
Ovunque loro guardassero ecco uomini e donne a fare pacchi , a preparare buste , correre al telefono , spostarsi fulmineamente da una stanza all'altra portando pacchi, spaghi, nastri , carte , pendagli scatole , fiori e qualcuno crollava boccheggiando.
Era tutto precipitazione , ansia, fastidio ,confusione e una terribile fatica.
Andare , venire , comperare , impacchettare , imballare , sballare , chiamare , rispondere e tutti guardavano continuamente l'orologio con il terrore di non fare in tempo.
“ Ma non mi avevi detto che era la festa della serenità e della pace?” chiese allibito il bue
“ Gia – rispose l'asinello – una volta era cosi . Ma cosa vuoi , da qualche anno , sarà questione della società dei consumi ….Ascoltali ..ascoltali..."
Il bue tese l'orecchio Per le strade ,nei negozi negli uffici nelle fabbriche uomini e donne parlavano fitto fitto scambiandosi come autonomi delle monotone formule di buon Natale , auguri, auguri , altrettanto auguri a lei grazie ….Un brusio che riempiva la città.
“ Ma ci credono ?- chiese il bue – lo dicono sul serio? Vogliono veramente bene al prossimo?”
“ Senti – suggerì il bovino, ho la testa che è un pallone , e se ci ritirassimo un poco in disparte ? Sei sicuro che non sono usciti tutti matti ?”
“ No , no , è semplicemente Natale “
“ C'è n'è troppo allora . Ti ricordi a Betlemme , la capanna , i pastori , quel bambino . Era freddo anche li , eppure c'era una pace ..una soddisfazione . Come era diverso .. e quelle zampogne lontano che si sentivano appena , e sul tetto , ricordi come un lieve svolazzamento , Chissà che uccelli erano “
“ Uccelli? Testone che non sei altro . Angeli erano .”
“ E la stella? Non ricordi che razza di stella , proprio sopra la capanna? Chissà se ci sia ancora , le stelle hanno lunga vita”
“ Ho idea di no – disse afflitto l'asino- c'è poca aria di stelle qui “
Alzarono il muso a guardare e infatti non si vedeva nulla sulla città c'era un soffitto di caligine e smog.
Si guardarono tristi e volarono verso il cielo con la speranza che gli uomini ritornassero umani
Buon martedi 3 e un abbraccio a tutti
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