giovedi 9 dicembre IL CALENDARIO DELL'AVVENTO


9 dicembre CALENDARIO DELL'AVVENTO
Oggi mi sono chiesta cosa avrei voluto ricevere in regalo per Natale e cosa avrei dovuto far trovare sotto l’albero alle persone più care.
Sono uscita per fare un giro per le strade a respirare aria di avvento, di frenesia, di acquisti inutili.
Arrivata in centro i negozi e le vie illuminate, tutto addobbato di ghirlande e di rosso.
Il tempo freddo e piovoso però poco mi invoglia a camminare a piedi.
Infatti leggere goccioline cadenti da un cielo grigio perla scivolano lievi sulle vetrine sfavillanti e il gioco di luci si fa ancora più bello.
Le guardo tutte, le vetrine, tutto ciò che è esposto, ogni particolare, ogni dettaglio anche se a fatica. Tanta gente alcuni si strattonano ,commentano e vanno via
Oggi non cerco regali, chissà che cerco
Continuo comunque questa strana passeggiata e poi assieme alle luci, alle voci, ai colori e al freddo di questa mattina di quasi inverno mi accorgo di una melodia.
Una triste melodia che camminando si fa più intensa.
Si ferma a volte e quando non la sento più ,sento il rumore di monete cadere, di spiccioli lanciati indifferentemente che si urtano tra loro e poi riprende il suono.
Guardo : è una vecchia fisarmonica a suonare, appoggiata sulle gambe di un uomo seduto ai piedi di un grande portone.
E' un uomo che suonando confonde parole dette fuggendo, urla di bambini e il rumore costante di un costante via vai.
Una sinfonia che amalgama il perverso vizio di spendere sempre di più, quella di essere perfetti in ogni cosa, quella di mascherarsi dietro un vestito che vale di più di chi lo indossa.
Guardo quell’uomo là a terra che intasca desolazione e indifferenza.
Suona lo strazio e il freddo che raccoglie per le strade, usa la sua fisarmonica con la rassegnazione di chi vive una vita ai margini di un marciapiede e delle feste certamente non ne conosce il significato.
Gli passo accanto e cerco il suo sguardo che veloce scruta e implora ogni uomo ed ogni donna che passa davanti ai suoi piedi.
Mi abbasso e lascio cadere nella sua tazza davanti al suo vecchio strumento delle monete che battono con le poche altre che ci sono e con la pioggia che ormai riempie metà contenitore.
Lui ferma la melodia , alza lo sguardo su di me , mi sorride e mi ringrazia augurandomi buon Natale.
Io gli chiedo cosa avrebbe fatto lui a Natale e ascolto la sua risposta rialzandomi.
Mi dice che Natale è ogni giorno, ogni volta che suona, ogni volta che ogni persona passa davanti a lui sia che lo degna di uno sguardo sia che passa dritto ignorandolo.
Per lui è Natale ogni volta che cade un gettone nella sua tazza, ogni volta che viene scacciato perché disturba, ogni volta che vede un bambino uscire felice dalla bottega con il suo giocattolo in mano.
“E a Natale me ne starò accanto al fuoco, accarezzando i randagi che mi fanno compagnia aspettando il giorno in cui riapriranno i negozi, risuonerò questa musica per la mia gente di ogni dove.
Loro, e così anche tu, siete il mio dono. Voi fate Natale per me ogni giorno”.
Buon giovedi 9 dicembre
ros
i

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