Gli amici di Rosalba che giocano "anche" a Bridge
carissimi ,
L'AMICO SCONOSCIUTO
Si presentò puntuale al ricevimento. Quando gli fu aperta la porta entrò nel salone, ma non trovò la festosità che si attendeva: i volti erano assorti, gli sguardi tristi, c'era un insolito silenzio.
Non parlava nessuno.
Rimase interdetto per qualche minuto, poi cercò di spezzare quell'atmosfera innaturale, improvvisando una delle sue solite battute di spirito, ma in risposta ottenne solo dei sorrisi spenti, benevoli, quasi volessero accontentarlo per non metterlo in imbarazzo.
Rinunciò all'allegria, senza fare domande: prima o poi qualcuno dei convitati gli avrebbe spiegato cosa fosse successo.
Arrivò presto l'invito ad accomodarsi per la cena.
C'era un segnaposto per ognuno dei presenti: lui si avvicinò alla sedia che gli era stata assegnata, e notò alla sua destra un nome che non ricordava.
L'ospite sconosciuto non era ancora arrivato. Furono tutti invitati a sedersi, e lui si meravigliò molto, perchè la padrona di casa sempre mai avrebbe dato inizio alla cena senza aspettare il ritardatario almeno per qualche minuto. Si sedette, e chiese alla sua sinistra :
"Manca qualcuno?".
"No", gli fu risposto "non manca nessuno".
Perplesso, non fece altre domande.
Era una strana cena, fatta solo di conversazioni a mezza voce, di cui udiva il brusio indistinto,e alle quale non sapeva come unirsi. Intravide degli occhi lucidi, ed anche qualche lacrima scendere sul viso di qualcuno.
Si sentiva a disagio, ma non osava chiedere, sperava solo che arrivasse presto alla fine.
Era come trovarsi in mezzo ad un brutto sogno, dal quale prima o poi ci si sarebbe risvegliati.
Infine, uno degli amici si alzò in piedi, levò il bicchiere, e si rivolse alla sedia vuota. Parlò sorridendo, con voce che tradiva appena una sottile commozione:
"Siamo qui per ringraziarti di tutto quello che hai fatto per noi. Questo brindisi è per te".
Parlava come se qualcuno fosse davvero seduto su quella sedia vuota.
Lui non capiva, anche se si alzò in piedi meccanicamente, levò anche lui il bicchiere, fino a quando, finalmente, nondecise di scrollarsi di dosso l'imbarazzo, e disse:
" Scusatemi, amici, ma io non capisco, non capisco proprio...a chi stiamo brindando?"
Una voce si levò in suo soccorso: " Ma ha ragione. Non lo conosceva, non può vederlo!"
"E' vero" convenne un altro "ma cosa possiamo fare?"
" Mostriamogli i regali che ci ha lasciato"..propose l'uomo del brindisi.
Tutti furono d'accordo.
Ma nessuno aveva con sè pacchetti, scatole, oggetti di alcun genere. Dov'erano quei regali?
Uno iniziò:"Allora..a me ha regalato comprensione"
Un'altra:" A me ha regalato un sorriso"
"A me invece un buon consiglio"
" A me ..a me..si', sì..mi ha ascoltata!"
"A me alcuni minuti del suo tempo..non era avaro, sapete..."
Tutti avevano ricevuto dei doni.
Poi, alla fine, la padrona di casa gli disse.
"Anche a te ha lasciato un regalo. Guarda!"
Lui guardò davanti a sè, esplorò la tavola con lo sguardo, sollevò il tovagliolo, ma non vide nulla.
"Guarda bene" inistette lei.
Ancora nulla.
" Stai guardando, ma non vedi....prova a chiudere gli occhi!"
Lo fece, e improvvisamente capì.: erano tutti loro.
Si girò sulla sua destra, e finalmente lo vide:
gli stava sorridendo come si fa fra vecchi amici. .! Era allegro, cordiale, e
levava il suo calice verso di lui per ricambiare il brindisi.
Non c'era più tristezza, a quella tavola.
E non mancava nessuno.
ENZO
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